Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Vedo due analogie a mio avviso inquietanti.
La sinistra lamenta da anni il conflitto di interessi di Berlusconi in merito al possesso delle televisioni, ma quando è stata al potere, nonostante continue minacce in tal senso, non ha fatto nulla per risolverlo.
La destra lamenta da anni l’accanimento della magistratura contro Berlusconi, ma quando è stata al potere, nonostante continue minacce in tal senso, non ha mai fatto la riforma della giustizia che dice essere indispensabile per depoliticizzare la magistratura.
Mi pare proprio che ci sia un gioco delle parti in cui i due avversari si minacciano a vicenda in una sorta di strategia della tensione paventando reciproche rappresaglie che servono solo a mantenere un equilibrio di poteri contrapposti.
E noi stiamo nel mezzo, patendo i danni dell’informazione addomesticata e dell’inaccessibilità della giustizia.
La nostra illuminata classe dirigente, chi ci governa in particolare, ama ripetere che bisogna essere ottimisti.
La crisi è alle spalle, le cose vanno bene, c'è la ripresina, basta lagnarsi, gli italiani c'hanno sempre lo stesso potere d'acquisto, etc. etc.
In effetti bisogna capirli. Il buon Emilio, fotodelatore da tempo per aprescindere.com, mi ha passato le foto di un oggetto in vendita in un negozio di arredamento dalle parti del Senato, a Roma:
Evidentemente i senatori ci passano davanti tutti i giorni e vedendolo pensano: la crisi è passata se la gente spende 100 euro per un comodino di cartone ! O meglio, sta passando, piano piano, infatti è scontato a 70 euro.
Vorrei appostarmi e aspettare per vedere il primo cliente che lo compra....
Ieri si è svolta a Roma la manifestazione indetta dalla FNSI per la libertà di stampa.
Sempre ieri sera il telegiornale RAI di prima serata ha trasmesso, a proposito della tragedia di Messina, un contributo giornalistico illuminante e senz'altro indispensabile a conoscere i fatti della tragedia.
Ha trasmesso LE TELEFONATE DISPERATE dei cittadini al 112 quando c'è stata la frana.
Urla, disperazione, pianto, sgomento, terrore: non informazione. Puro gusto pulp-splatter, in cui il giornalismo non c'entra nulla.
Mentre ascoltavo sbigottito il Tg, nella mia testa non poteva non risuonare ancora una volta questo passaggio (lo cito spesso) di "Io se fossi dio" di Giorgio Gaber (1980)
Io se fossi Dio, maledirei davvero i giornalisti e specialmente... tutti. Che certamente non son brave persone e dove cogli, cogli sempre bene. Compagni giornalisti, avete troppa sete e non sapete approfittare delle libertà che avete: avete ancora la libertà di pensare, ma quello non lo fate e in cambio pretendete la libertà di scrivere, e di fotografare.
Immagini geniali e interessanti, di presidenti solidali e di mamme piangenti. E in questa Italia piena di sgomento come siete coraggiosi, voi che vi buttate senza tremare un momento! Cannibali, necrofili, deamicisiani e astuti, e si direbbe proprio compiaciuti! Voi vi buttate sul disastro umano col gusto della lacrima in primo piano!
Sì vabbe', lo ammetto: la scomparsa dei fogli e della stampa sarebbe forse una follia... ma io se fossi Dio di fronte a tanta deficienza non avrei certo la superstizione della democrazia.
Che dire di Patrizio Bianconi, detto Pezzimenti, detto Zerisi, detto Biancone, 35.o ed ultimo degli eletti del PDL con 1.531 voti, alle ultime elezioni per il consiglio comunale di Roma e attualmente ivi soprannominato Mangiafuoco relativamente al suo carteggio recentemente scambiato con il Sig. Marcello Mancini di seguito riportato ?
IL CITTADINO - «Caro Patrizio, scusa se ti disturbo, ma in via Tacito l´Ama ha piazzato dei cassonetti in modo assolutamente sconcio, senza nessuna logica, seguendo probabilmente delle pressioni di qualche raccomandato. Mi fai sapere se esiste una normativa comunale in merito ed eventualmente come agire per far ripristinare un regolare ordine?» Marcello Mancini
IL CONSIGLIERE COMUNALE - «Egr. Dott. Mancini, nella sua e-mail Lei mi segnala una problematica personale che esula dalle mie competenze. Sarebbe svilente se un On. si dovesse occupare di cassonetti - o monnezza, come dicono a Roma - tanto più se gli stessi si trovano dinanzi ad un´attività imprenditoriale di un privato. Con profondo rammarico noto (...) che lei non comprende il senso, né la ratio della Mia attività politica! Cercherò di essere chiaro. Lei, alle elezioni che mi hanno visto trionfatore non mi ha votato - anzi più volte nel corso degli anni ha manifestato antipatia nei confronti di Berlusconi (...) E allora nasce spontanea una domanda: perché si rivolge alla mia persona? Io per quale motivo dovrei adoperarmi per lei? Forse mi reputa un idiota che si fa sfruttare da chiunque? Oppure, cosa ancora più offensiva, il suo servetto? Io lavoro solamente per chi mi vota in quanto faccio politica, non il missionario (...). Sarebbe svilente e umiliante per la mia persona, la mia competenza e la mia professionalità consentire a chiunque di chiedermi favori che, come nel caso di specie, esulano dalle mie competenze. Pertanto: 1) O si impegna formalmente - stipulando un patto di sangue con il sottoscritto - a votare nel 2013 il sottoscritto on. Patrizio Bianconi al Comune di Roma ed il dir. Andrea Zaerisi al municipio XIX; 2) O, se lei non è intenzionato, non si rivolga alla mia persona. Desidero infine segnalarle che per avvalersi della mia professionalità deve preventivamente fornirmi: nome, cognome, indirizzo di residenza affinché io possa schedarla nella mia rubrica individuando la sezione elettorale dove lei vota al fine di controllare se esprimerà o meno la preferenza nei miei riguardi. E poi: il suo telefono di casa, il cellulare e l´e-mail al fine di poterla rintracciare quando ci servirà il voto suo e della sua famiglia. Se non se la sente di instaurare con il sottoscritto tale tipologia di patto la invito a rivolgersi alle persone che lei vota (...) Io non mi faccio prendere per il culo da nessuno!». On. Patrizio Bianconi
Che dire ? Nulla. Dice tutto questo suo simpatico flyer elettorale distribuito nel 2004.
Magari un certo tipo di etica e di morale è meglio lasciarla tranquillamente riposare...
Locandina del "Campionato dell'alto Ionio dei mangiatori di peperoncino"
Il comitato per il Nobel a Silvio Berlusconi ha secreto questa canzone:
(Musica del maestro Pino di Pietro Testo di Loriana Lana Cantano Loriana Lana ed il tenore Sergio Panajia)
La pace può
La pace può ripeterò queste parole senza smettere E il vento penserà a diffonderle e il mondo ascolterà La pace può guarda anche tu l’Abruzzo si risveglia incredulo la neve e il sole che s’incontrano e la tua mano è qua C’è un Presidente sempre presente che ci accompagnerà
Siamo qui per te cuore e anima un Nobel di pace Silvio grande è Siamo qui per te coro unanime un’unica voce Silvio Silvio grande è
La pace può miracolo la guerra è stata solo un incubo voglio un abbraccio che sia unico e dove sei sarò C’è un Presidente sempre presente che ci accompagnerà
Siamo qui per te cuore e anima un Nobel di pace Silvio grande è Siamo qui per te coro unanime un’unica voce Silvio Silvio grande è
E questo è il video:
In questo momento il mio pensiero corre a Corrado Guzzanti, Daniele Luttazzi, Beppe Grillo e a tutti gli altri che hanno ingaggiato con il nostro premier una lotta a colpi di satira.
Hanno perso.
Sono FINITI.
Li immagino persi, smarriti, in lacrime.
Loro non riusciranno mai più a pensare nulla che sia solo lontanamente paragonabile a questo sul piano satirico. Una cosa come questa, non puoi metterla alla berlina.
Hanno perso e Silvio ha vinto.
EXIT STRATEGY SUCCESS STRATEGY TRANSITION STRATEGY e' tutto un fiorire di "strategy" nel nostro LACERANTE dibattito interno che molto assona al grido brancaleonesco "UN SOLO IDIOMA - SCAPPOMA". Sei ne so' morti ieri, un altro l'ha direttamente dichiarato morto il ministero, ma Berlusconi l'ha fatto il militare ?
Di Pietro (del 18/09/2009 @ 18:25:18, in Politica, linkato 1553 volte)
A volte internet riserva delle sorprese piacevoli. A Roma si usa dire (o meglio si usava fino a un paio di generazioni fa): “Ma chi sei, Cacini ?” o anche “E’ arrivato Cacini !”, riferendosi a qualcuno che si presenta con modi da spaccone e da bullo “so tutto io”. Per curiosità, vado a cercare notizie su tale modo di dire e scopro che Cacini era un comico d’avanspettacolo dei primi anni del ‘900, famoso appunto per essere provocatore del pubblico con spacconate e sbruffonate. Fin qui, interessante, ma nulla di particolarmente esaltante. Il bello viene leggendo la biografia di Cacini. Tra le altre cose scriveva canzoni per i suoi spettacoli. Una di queste canzoni, venne plagiata da Mario Ruccione per il ritornello di “ Faccetta Nera”. E allora ? E allora scopro, leggendo le informazioni su “ Faccetta nera”, che uno dei cavalli di battaglia della propaganda fascista, per giustificare “eticamente” l’invasione dell’Abissinia da parte del nostro esercito, fu proprio la condizione delle donne Abissine, dipinte come schiave e vittime di un regime brutale, che dovevano quindi essere salvate dal mondo civile (cioè dall’Italia fascista…). Non so perché, forse sono strano forte, ma il pensiero è corso a quanto ci dissero durante l’invasione dell’Afghanistan a proposito delle donne, dei talebani e del burka. Corsi e ricorsi storici, vecchi trucchetti o solo mia superficiale malizia ?
Oggi in Afghanistan sono morte oltre 26 persone per un attentato suicida. Sei di queste persone erano soldati italiani, e i media si sono "buttati sul disastro umano col gusto della lacrima in primo piano", come avrebbe detto Gaber. Ero in macchina e ascoltavo il Gr2 delle 19:30. Tra i vari interventi di circostanza, mi ha colpito quello di Renato Schifani. Arrivato a casa l'ho scaricato dal podcast della RAI per essere sicuro di aver capito bene. Eccolo qui: Intevista Schifani“[…]Quando si combatte all’interno di uno scenario internazionale, si combatte contro un nemico invisibile, appunto come il terrorismo, nessun momento di riflessione, nessuna incertezza può sfiorare le menti di chi vuole stare dalla parte della giustizia, della pace, della democrazia e della libertà” In Afghanistan si "combatte" dunque, non si fa una missione di pace. E nessun momento di riflessione può sfiorare le menti in questi momenti. Nessun momento di riflessione. Non di incertezza, di paura, di perplessità. No. Di riflessione. Il Presidente del Senato ci invita a non riflettere. Solo l'idiota non riflette. Io e tanti altri, invece, continueremo a riflettere, a pensare e a farci un'opinione; che probabilmente non sarà uguale a quella della maggioranza che seguirà il consiglio di non riflettere.
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