Oggi in Afghanistan sono morte oltre 26 persone per un attentato suicida.
Sei di queste persone erano soldati italiani, e i media si sono "buttati sul disastro umano col gusto della lacrima in primo piano",
come avrebbe detto Gaber.
Ero in macchina e ascoltavo il Gr2 delle 19:30.
Tra i vari interventi di circostanza, mi ha colpito quello di Renato Schifani. Arrivato a casa l'ho scaricato dal podcast della RAI per essere sicuro di aver capito bene.
Eccolo qui:
Intevista Schifani“[…]Quando si
combatte all’interno di uno scenario internazionale, si
combatte contro un nemico invisibile, appunto come il terrorismo,
nessun momento di riflessione, nessuna incertezza
può sfiorare le menti di chi vuole stare dalla parte della giustizia, della pace, della democrazia e della libertà”
In Afghanistan si "combatte" dunque, non si fa una missione di pace.
E
nessun momento di riflessione può sfiorare le menti in questi momenti. Nessun momento di
riflessione. Non di incertezza, di paura, di perplessità. No. Di
riflessione.
Il Presidente del Senato ci invita a non riflettere.
Solo l'idiota non riflette.
Io e tanti altri, invece, continueremo a riflettere, a pensare e a farci un'opinione; che probabilmente non sarà uguale a quella della maggioranza che seguirà il consiglio di non riflettere.