A volte internet riserva delle sorprese piacevoli.
A Roma si usa dire (o meglio si usava fino a un paio di generazioni fa): “Ma chi sei, Cacini ?” o anche “E’ arrivato Cacini !”, riferendosi a qualcuno che si presenta con modi da spaccone e da bullo “so tutto io”.
Per curiosità, vado a cercare notizie su tale modo di dire e scopro che
Cacini era un comico d’avanspettacolo dei primi anni del ‘900, famoso appunto per essere provocatore del pubblico con spacconate e sbruffonate.
Fin qui, interessante, ma nulla di particolarmente esaltante.
Il bello viene leggendo la
biografia di Cacini. Tra le altre cose scriveva canzoni per i suoi spettacoli.
Una di queste canzoni, venne plagiata da Mario Ruccione per il ritornello di “
Faccetta Nera”.
E allora ?
E allora scopro, leggendo le informazioni su “
Faccetta nera”, che uno dei cavalli di battaglia della propaganda fascista, per giustificare “eticamente” l’invasione dell’Abissinia da parte del nostro esercito, fu proprio la condizione delle donne Abissine, dipinte come schiave e vittime di un regime brutale, che dovevano quindi essere salvate dal mondo civile (cioè dall’Italia fascista…).
Non so perché, forse sono strano forte, ma il pensiero è corso a quanto ci dissero durante l’invasione dell’Afghanistan a proposito delle donne, dei talebani e del burka.
Corsi e ricorsi storici, vecchi trucchetti o solo mia superficiale malizia ?