Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Di Pietro (del 04/04/2008 @ 14:55:08, in Musica, linkato 1415 volte)
Riascoltando per l'ennesima volta Storia di un impiegato di De Andrè (1973) noto due singolarità che mi fanno pensare (per gioco, ovviamente) a poteri di previsione del futuro del grande compianto Fabrizio. Aveva previsto l'avvento di Silvio Berlusconi al potere, già nel 1973.
A proposito dei "contrasti" con la magistratura:
Canzone: Sogno Numero Due "Ascolta una volta un giudice come me giudicò chi gli aveva dettato la legge: prima cambiarono il giudice e subito dopo la legge.
Oggi, un giudice come me, lo chiede al potere se può giudicare. Tu sei il potere. Vuoi essere giudicato? Vuoi essere assolto o condannato?"
E a proposito (ricordate ?) delle battute e polemiche che scatenò la notizia (vera o presunta che fosse) che l'On.le Berlusconi, per farsi riprendere ufficialmente in TV pretendesse il filtro flou (la "calza" sull'obiettivo, per intenderci, quella che rende l'immagine più soft smorzando rughe e asperità della pelle):
Canzone: La Bomba In Testa "Ormai sono in ritardo per gli amici per l'odio potrei farcela da solo illuminando al tritolo chi ha la faccia e mostra solo il viso sempre gradevole, sempre più impreciso. "
(testi presi da http://www.lyricsmania.com)
Di Pietro (del 10/10/2008 @ 17:54:37, in Musica, linkato 1382 volte)
Dopo essersi sciolti e aver salutato il loro pubblico con l'ultimo tour nel 2005:
sono inaspettatamente tornati insieme con un nuovo album straordinario:
Lagrimas y gozos
Appena comprato, sembra veramente valido. Su Youtube il video del brano Crimen Sollicitationis.
Di Pietro (del 12/01/2009 @ 10:39:50, in Musica, linkato 1410 volte)
La trasmissione di Fazio su De Andrè dell'11 gennaio si è aperta con Lucio Dalla che ha cercato di cantare Don Raffaè.
La voce di Fabrizio era unica, e buon gusto avrebbe suggerito a Dalla di alzare di qualche tono il brano evitandosi la brutta figura di non riuscire a scendere abbastanza.
Alcuni artisti smettono di cantare quando la morte ce li porta via. Altri, invece, continuano anche quando dovrebbero smettere.
Un consiglio per il tristo mietitore: porta via chi non ha più nulla da dire e lasciaci chi invece avrebbe continuato a regalare al mondo poesia ed emozioni.
Di Pietro (del 21/04/2009 @ 15:39:51, in Musica, linkato 1259 volte)
Di Pietro (del 26/06/2009 @ 09:58:40, in Musica, linkato 1285 volte)
La conferma ufficiale tarda ad arrivare. Sembra che il coroner sia in difficoltà, nel compilare il referto autoptico alla voce "razza e colore della pelle".
Di Pietro (del 07/07/2009 @ 16:14:59, in Musica, linkato 1290 volte)
Di Pietro (del 31/12/2009 @ 12:49:14, in Musica, linkato 1609 volte)
Esistono vari modi per trovare musica in internet. Il più noto è Emule, il client peer to peer che permette di scaricare album e intere discografie di artisti e gruppi. Poi c’è la possibilità di ricercare directories web dove qualcuno ha messo direttamente i files mp3 (un modo per ricercare queste directories tramite Google l’ho indicato qui). Stavolta, invece, voglio illustrare un altro metodo, che differisce dagli altri due principalmente per i criteri di ricerca. Sia con Emule che con Google, come descritto prima, la ricerca avviene in modo mirato: si riesce cioè a trovare l’artista o l’album che si conosce. Con quest’altro metodo, invece, possiamo scoprire musica nuova, che non conosciamo, e che ci permette di allargare i nostri orizzonti conoscitivi in ambito musicale.
- Aprite Google e andate su Ricerca Avanzata
- Come testo da cercare inserite il genere che vi interessa (ad esempio Classical, Heavy Metal, Progressive rock, etc.) in inglese, o il nome di un gruppo/album che suona la musica che vi piace
- Nel campo “Domini” inserite “blogspot.com”
In questo modo troverete una serie di blog, principalmente in lingua spagnola o brasiliana, che propongono album da scaricare. In genere si tratta di blog sudamericani, dove evidentemente i problemi di copyright sono meno sentiti, realizzati principalmente per genere. I dischi sono usualmente scaricabili tramite un link da siti che offrono storage per files di grandi dimensioni (Megaupload, Rapidshare, etc. etc.).
Se poi trovate qualcosa che vi piace davvero, potrete sempre acquistare il cd originale sempre che lo riusciate a trovare…. A tal proposito apro e chiudo una polemica: tramite internet ho scoperto un paio di gruppi veramente notevoli. Gli Elettrojoyce, band romana ormai sciolta, che pochi anni fa realizzò un paio di album fantastici. Ho cercato di comprare questi due cd ma NON ESISTONO PIU’. Non li hanno mai ristampati e quindi si possono solo trovare gratis in internet. L’altro gruppo è i Riverside, band polacca che fa uno straordinario progressive, con forti influenze di Pink Floyd e Porcupine Tree. Anche di questi ho provato ad acquistare i cd originali, ma il negozio dove li ho ordinati, Dark Star, istituzione romana della buona musica di nicchia, dopo due mesi dall’ordine non è ancora riuscito a trovarli. Allora ecco la polemica: davvero il file sharing lede gli interessi dei discografici ? Non sono gli stessi discografici a obbligarci a comprare originale solo Laura Pausini e Bocelli perché il resto, quello che cioè vale davvero, non si trova ?
Di Pietro (del 11/01/2010 @ 23:57:14, in Musica, linkato 1664 volte)
E’ in corso ormai da tempo la rivalutazione del sottobosco di bmovie italiani degli anni tra il ’60 e l’80, Tra i tanti generi di serie B della gloriosa e turgida storia cinematografica dell’Italia che fu, ce n’è uno che definirei documental-pecoreccio. Mi riferisco a quel prolifico filone di pellicole che sfruttarono furbescamente il documentario (o simil tale) per portare sullo schermo natiche, seni, pubi e violenza.
C’era evidentemente bisogno di una scusa dotta per mostrare certe cose (come quando, da bambini, usavamo la scusa del catalogo Postalmarket per vedere velate grazie femminili in lingeria dozzinale: ma erano per noi visioni molto più eccitanti del più erotico dei porno contemporanei). Ci fu un fiorire di pellicole vietate ai 18 che volevano essere dei documentari crudi, con lo scopo di informare, ma che in realtà finivano per essere carrellate di topoi considerati immostrabili se fini a se stessi e privi di una “giustificazione” dotta.
Me ne vengono in mente alcuni, a partire dai vari Mondo Cane per arrivare a una perla semisconosciuta: “Svezia inferno e paradiso” del regista Luigi Scattini (anno 1968). Purtroppo non l’ho mai visto (è introvabile in home video e anche su Emule) a parte qualche spezzone su Youtube. Ma la cosa fantastica del film, secondo me, è una canzone della colonna sonora scritta da Piero Umiliani: si intitola Mah Na Mah Na ed è diventata arcinota perchè utilizzata anni dopo in una scenetta dei Muppet che è stata un vero tormentone dei frequentatori di Internet. Dal documental-pecoreccio alla trasmissione per bambini: fantastica dimostrazione dell’universalità del messaggio musicale....
Nota di colore: la voce narrante del film è Enrico Maria Salerno, doppiatore del leoniano Clint Eastwood.
Qualche link in proposito:
Di Pietro (del 25/07/2010 @ 17:46:05, in Musica, linkato 1505 volte)
Ho amato e amo molte canzoni di Francesco Guccini. Ma non l'ho mai visto suonare dal vivo, perchè quando viene a Roma suona soltanto al Palasport dell'EUR che ha un'acustica infame e distrugge qualsiasi evento musicale. Guccini merita di essere sentito bene, e quindi dopo anni ecco l'occasione d'oro: primo concerto di Guccini nella sua natale Modena. E poco dopo il compimento dei 70 anni: imperdibile. Viaggio andata e ritorno in giornata (Roma-Modena-Roma): un vero massacro, ma Francesco lo vale. Luogo del concerto: Piazza Grande, una cornice fantastica Il concerto bello, molto bello. Poi all'uscita c'è il banchetto che vende il suo ultimo libro, e quindi mi avvicino già con la mano sul portafoglio. Ma poi vedo gli scatoloni che contengono il libro: Guccini pubblica i suoi libri con Mondadori e quindi il libro non l'ho più comprato. E sono tornato a casa con un groppo alla gola e una delusione senza confini. Vuole la leggenda che Fabrizio De Andrè non abbia mai voluto incontrare Georges Brassens per paura di rimanerne deluso: ancora una volta De Andrè aveva ragione.
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