Mah Na Mah Na e l'universalità della musica
Di Pietro (del 11/01/2010 @ 23:57:14, in Musica, linkato 1663 volte)
E’ in corso ormai da tempo la rivalutazione del sottobosco di bmovie italiani degli anni tra il ’60 e l’80, Tra i tanti generi di serie B della gloriosa e turgida storia cinematografica dell’Italia che fu, ce n’è uno che definirei documental-pecoreccio. Mi riferisco a quel prolifico filone di pellicole che sfruttarono furbescamente il documentario (o simil tale) per portare sullo schermo natiche, seni, pubi e violenza.
C’era evidentemente bisogno di una scusa dotta per mostrare certe cose (come quando, da bambini, usavamo la scusa del catalogo Postalmarket per vedere velate grazie femminili in lingeria dozzinale: ma erano per noi visioni molto più eccitanti del più erotico dei porno contemporanei). Ci fu un fiorire di pellicole vietate ai 18 che volevano essere dei documentari crudi, con lo scopo di informare, ma che in realtà finivano per essere carrellate di topoi considerati immostrabili se fini a se stessi e privi di una “giustificazione” dotta.
Me ne vengono in mente alcuni, a partire dai vari Mondo Cane per arrivare a una perla semisconosciuta: “Svezia inferno e paradiso” del regista Luigi Scattini (anno 1968). Purtroppo non l’ho mai visto (è introvabile in home video e anche su Emule) a parte qualche spezzone su Youtube. Ma la cosa fantastica del film, secondo me, è una canzone della colonna sonora scritta da Piero Umiliani: si intitola Mah Na Mah Na ed è diventata arcinota perchè utilizzata anni dopo in una scenetta dei Muppet che è stata un vero tormentone dei frequentatori di Internet. Dal documental-pecoreccio alla trasmissione per bambini: fantastica dimostrazione dell’universalità del messaggio musicale....
Nota di colore: la voce narrante del film è Enrico Maria Salerno, doppiatore del leoniano Clint Eastwood.
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