Pur vivendo a pochi chilometri dalla Capitale dello Stato Italiano, sono vittima del digital divide. Dove abito la banda larga non arriva, e ti devi accontentare del modem a 56K (quello che quando si collega raglia come un somaro e ti riporta agli albori della tecnologia: molto commovente e pittoresco, ma tragicamente inadatto all’attuale internet).
Dopo alcuni anni di attesa (“Ora arriva l’ADSL, ora arriva….”) mi convinco a staccare la linea Telecom per risparmiare almeno i soldi del canone (e ora aspetto Zingaretti che ha promesso il WiFi….).
A oltre sei mesi dalla cessazione del rapporto e dal distacco della linea, mi arriva all’improvviso un “Conto telefonico”. Grande stupore, un po’ di curiosità e apro la busta.
Tale busta, recapitata a pagamento dal servizio postale, contiene:
n° 1 foglio totalmente bianco, che reca la scritta, sgarzella e simpatica nel look, “Telecon news”. Il foglio è bianco su entrambi i lati e ne deduco che la Telecom non abbia news per me.
n° 1 foglio recante sul fronte la dicitura “Conto Telecom Italia n. 3/08” – Fattura del 09/05/2008 e sul retro il relativo dettaglio.
Inizio a indignarmi: cosa mi vorranno far pagare, che il telefono l’ho staccato da oltre sei mesi ?
Niente paura, le mie finanze sono salve: a caratteri cubitali c’è scritto “Attenzione: non c’è niente da pagare”, e più in piccolo “Il totale che appare su questo conto non è da pagare e le verrà interamente abbuonato”
Ma dai ! Che buoni !! Ma quant’è questo conto che mi viene abbuonato ?
La bella cifra di 1.79 euro.
Tale cifra, fatturata il 9 maggio 2008, è relativa a:
Consegna elenchi telefonici 07 settembre 06 (sic !!!): Euro 0.96
Spese spedizione Conto Telecom Italia (le maiuscole sono letterali: il Conto Telecom Italia non è un conto normale: e il Conto Telecom Italia): Euro 0.53
IVA 20%: Euro 0.30
In pratica, la macchina burocratica inarrestabile mi fattura nel 2008, dopo sei mesi dal distacco del telefono, la consegna degli elenchi telefonici effettuata nel 2006, due anni prima !
E si sprecano due fogli di carta, una busta, la spedizione postale per dirmi “Ci devi 1.79 Euro ma te li abbuoniamo”.
Una comunicazione di cui onestamente mi sfugge il senso. Sarebbe già stato ridicolo chiedermi dopo due anni i 96 centesimi della consegna degli elenchi ma addirittura dirmi “Mi devi sti soldi ma te li abbuono” è veramente il massimo: non c’è un episodio così burocraticamente grottesco neppure in Brazil di Terry Gilliam.
Ma forse il senso della missiva è dare una immagine positiva e magnanima dell’azienda. Io l’ho travisato, scambiandolo per inefficienza. Che ingrato e ignorante sono !
Come se avessi affermato che Waterloo è stata la più grande vittoria di Napoleone….
I commenti sono disabilitati.