"Nonna, mi hanno fatto un buono ! Chevvordì ?!"
A giugno scorso ho preso un treno, con tanto di supplemento per la supervelocità che mi avrebbe portato a destinazione in un baleno. Poi, per misteriose cause, la supervelocità si è persa per strada e il treno ha portato oltre mezz'ora di ritardo. Appreso che si poteva ottenere un rimborso, ho fatto domanda. Bene, dopo 5 mesi, quando ormai me ne ero dimenticato completamente, ecco che la Sig.ra Roberta Pennarola (aka "Il responsabile") mi scrive e mi manda...... un rimborso ??!! No ! Un buono:
Oltre a sentirmi Verdone all'uscita della Farmacia ("Nonna, mi hanno fatto un buono, chevvordì ? - Vordì che te la vai a pijà 'nder culo !") noto con piacere il perfetto italiano della chiusura della lettera dove il livello qualitativo diventa plurale tutto d'un tratto.
Credo che il "buono" non sia poi così buono.... (almeno non buono come i soldi veri con cui avevo pagato il biglietto).
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