Nel giornalismo italiano ci sono ondate di moda semantica. Mi ricordo il termine “tracimare” che allagò letteralmente le pagine della stampa anni fa.
Ma quello che mi piace sottolineare ora, è il mondo fantastico dei supereroi che popolano le cronache nere italiane.
E’ tutto “super”.
Non esiste più il perito normale e capace che fa il suo onesto lavoro con coscienza: oggi c’è solo il superperito che fa la superperizia. Sembra che dopo ogni evento criminoso venga incaricato di analizzare le prove un babbeo incompetente: su questa perizia idiota ci si fa il processo, e poi si chiama il superperito a fare giustizia. Non sarebbe più pratico e rapido chiamare direttamente il superperito ?
E non c’è più lo sfigato che, suo malgrado, si trova ad assistere a un evento criminoso e, a rischio della propria incolumità, decide di testimoniare con coraggio: oggi c’è solo il supertestimone. Soprattutto se è l’unico.
Ho fatto una semplice prova: ho cercato su google i termini “superperizia” e “supertestimone”. Ecco i risultati:
- circa 44.800 per superperizia
- circa 121.000 per supertestimone
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